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Mutuo su immobile proveniente da successione: come funziona?

Hai ereditato un immobile e vuoi accendere un mutuo per acquistare le altre quote o ristrutturarlo? Scopri tutto quello che c’è da sapere sul mutuo su immobile proveniente da successione: limiti, condizioni e consigli utili. Leggi l’articolo completo per approfondire.

Mutuo su immobile da successione: come funziona?
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Mutuo su immobile proveniente da successione: come funziona?

Mutuo su immobile proveniente da successione: come funziona?

Mutuo su immobile da successione: come funziona?

Acquistare una casa proveniente da una successione comporta una serie di valutazioni da non sottovalutare. È necessario considerare attentamente diversi aspetti di natura legale, fiscale e finanziaria.

Quando si eredita un immobile, è fondamentale conoscere le norme che regolano la dichiarazione di successione, la trascrizione dell’accettazione dell’eredità e la regolarità catastale del bene. Questi elementi sono essenziali per garantire la piena legittimità dell’acquisto e prevenire eventuali problematiche future.

Conoscere le opzioni disponibili per finanziare, ristrutturare o acquistare le quote residue di un immobile ereditato è fondamentale per non incorrere in errori costosi. 

Quando si può vendere un immobile avuto in successione?

È possibile vendere un immobile ricevuto in eredità, ma prima è necessario adempiere alle norme previste dall’ordinamento italiano. Il primo passo riguarda l’accettazione formale dell’eredità da parte di tutti gli eredi, che può avvenire tramite atto notarile o, più semplicemente, attraverso comportamenti che dimostrano la volontà di accettare.

Successivamente va presentata la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, entro 12 mesi dalla data del decesso, con contestuale aggiornamento dei Registri Immobiliari e la voltura catastale a favore degli eredi. Solo dopo che l’immobile risulta ufficialmente intestato agli eredi è legalmente possibile procedere con la vendita.

Quanto tempo ci vuole per vendere un immobile ereditato? In condizioni normali, tra i 3 e i 6 mesi. Questo lasso di tempo può variare in base alla complessità della situazione. La tempistica legale può allungarsi in presenza di problemi, come la presenza di più eredi in disaccordo, irregolarità edilizie sull’immobile oppure ritardi nella gestione della documentazione.

Dal punto di vista fiscale, bisogna considerare l’imposta di successione, che varia in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi.

Per evitare complicazioni legali, è consigliabile affidarsi a un notaio o a un professionista immobiliare, verificare la regolarità urbanistica e catastale dell’immobile e raggiungere un accordo chiaro tra gli eredi sulle modalità di vendita e sulla spartizione del ricavato.

Pianificare correttamente ogni fase è fondamentale per concludere la vendita in tempi ragionevoli e senza ostacoli legali o fiscali.

Come si inserisce il mutuo nella dichiarazione di successione?

Quando il defunto lascia in eredità un immobile gravato da mutuo, è necessario indicare il debito residuo nella dichiarazione di successione. Il primo passaggio fondamentale, al fine di una corretta procedura, consiste nel richiedere alla banca creditrice una certificazione che attesti l’importo ancora dovuto alla data del decesso.

Tra i documenti richiesti rientrano:

  • il contratto di mutuo,
  • il piano di ammortamento aggiornato,
  • la certificazione del debito residuo,
  • il certificato di morte,
  • i documenti relativi all’immobile.

Gli errori più comuni da evitare includono l’omissione del mutuo, l’inserimento di un importo errato o non aggiornato e l’assenza di documentazione bancaria ufficiale. Per evitare complicazioni o ritardi, è consigliabile affidarsi a un notaio, a un commercialista o a un centro CAF per l’assistenza nella compilazione della pratica.

Approfondimento: consulta il sito TassoMutuo.it per conoscere in dettaglio tutti i documenti necessari per la richiesta del mutuo.

Cosa succede al mutuo se l’intestatario muore?

Alla morte dell’intestatario del mutuo, il debito residuo non si estingue automaticamente, ma viene trasferito agli eredi insieme agli altri beni dell’eredità. Gli eredi, quindi, subentrano nel contratto di mutuo, diventando responsabili del pagamento delle rate ancora dovute.

Tuttavia, esistono diverse modalità di accettazione dell’eredità: in forma pura e semplice, con assunzione integrale dei debiti, oppure con beneficio d’inventario, che consente di tutelarsi, rispondendo delle passività solo nei limiti del valore dei beni ereditati.

È importante sapere che, in caso di accettazione, tutti gli eredi sono responsabili in solido: ciascuno può essere chiamato a pagare anche l’intero debito, pur conservando il diritto di rivalersi sugli altri coeredi per la propria quota.
Ma gli eredi devono pagare il mutuo? Sì, se accettano l’eredità. Se invece la rifiutano formalmente, non subentrano né nei beni né nei debiti del defunto.

Un esempio concreto aiuta a chiarire questo meccanismo: un padre muore lasciando in eredità un immobile gravato da un mutuo ai suoi tre figli. Se tutti e tre accettano l’eredità, diventano proprietari dell’immobile e coobbligati al pagamento del mutuo residuo. Se, invece, uno dei tre rifiuta, non avrà alcun obbligo di pagamento, ma non acquisirà nemmeno alcun diritto di proprietà sull’immobile. I due fratelli che accettano, invece, diventeranno sia comproprietari del bene sia condebitori del mutuo

Per qualsiasi dubbio, il team di Tassomutuo.it è sempre a tua disposizione per offrirti supporto e chiarimenti.

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